Trasporto pubblico e Social: 5 domande ad Arianna

I mezzi pubblici sono dei romani, loro li usano, ci vivono anche troppe ore al giorno e chi meglio di loro può raccontarli? Abbiamo fatto cinque domande ad Arianna, pendolare dal tweet tagliente. Andiamo a leggere cosa ci ha raccontato







I mezzi pubblici sono dei romani, loro li usano, ci vivono anche troppe ore al giorno e chi meglio di loro può raccontarli? Abbiamo fatto cinque domande ad Arianna, pendolare dal tweet tagliente. Andiamo a leggere cosa ci ha raccontato

Ciao da quanto tempo viaggi sui mezzi pubblici? Quali utilizzi in particolare ed in quali orari

Ho cominciato l’avventura coi mezzi romani quando mi sono trasferita qui, nel 2005. Uso in prevalenza metro B e tram, ma talvolta anche bus, durante la settimana e negli orari classici da impiegata (8.30 – 18) 

Come hai visto cambiare il trasporto pubblico a Roma in questi ultimi anni?

Il romano è per sua natura cintura nera di battute caustiche, anche se devo confessare che nei primi anni ricordo che queste mi facevano sì ridere ma non trovavo un effettivo riscontro dei disagi che leggevo. Non riuscire a salire su una metro perché straborda è cosa relativamente recente. 

Dopo l’estate orrida del 2012 con l’apertura della linea B1 (dove la fretta di aprire non fece considerare che, se i treni erano a malapena sufficienti a coprire il tragitto esistente, una diramazione avrebbe solo potuto precipitare le cose – e così fu), il peggioramento è stato lento ma costante, con un’impennata direi negli ultimi 2/3 anni, tra scioperi bianchi, scioperi veri con la cadenza con cui cambio le lenzuola (e più di 8 gg non le tengo) e quell’atmosfera di totale disinteresse e menefreghismo da parte dell’azienda che è la cosa più atroce. 

Secondo te, quali possono essere le cause?

Mah, quello che si percepisce da questa parte della barricata è che l’azienda (e ovviamente mi riferisco ai vertici) più che ad un’analisi degli errori sia orientata a scaricare le colpe altrove, che sia Regione, amministrazioni precedenti, vecchi AD e assessori, macchinisti. 

Basta che sia altrove. Credo si sia arrivati ad un punto in cui nessuno è interessato ad investire in un’azienda che dimostra costantemente la sua inidoneità sia dal punto di vista delle capacità che da quello della volontà di far bene. I capitali destinati ad opere di manutenzione delle infrastrutture e del parco mezzi negli anni sono spariti non si sa dove e ora trovare chi voglia far credito o investire in atac è dura. Quindi ecco i treni non (più) idonei alla circolazione, i flambus, la rete tranviaria guasta ogni giorno. Però se non frega niente a te (e i fatti questo dicono), azienda, che la gente non paghi il biglietto, di che vogliamo parlare?

Noto che hai molti scambi con @infoatac, direi che vi scrivete quotidianamente, cosa ne pensi?

Scorrono fiumi di amore tra di noi! Ormai il servizio funziona al contrario. Sono io che segnalo a loro la scala mobile rotta, il tornello aperto, il tram sporco oltre il rischio di epidemia, l’incidente. 

Chiedergli qualche informazione sulla LORO rete porta alle classiche due fatiche. O non rispondono o lo fanno dopo ore o ancora meglio fornendo dati inesatti. Però prova a infilare un “ma che ca**o” in un tweet e vedi come ti invitano alla moderazione entro 10 secondi! 
Io da pendolare prendo quotidianamente anche i bus Cotral e fare paragoni tra i due servizi è inevitabile. Cotral vince a mani basse, sia sul piano della mobilità che su quello della comunicazione. 

Cosa si potrebbe migliorare a brevissimo, magari con costi contenuti, per dare un segnale forte di cambiamento?

Guarda, so benissimo che la strada è lunghissima e tutta in salita. Sarebbe già un segnale, e a costo zero, se cominciassero a dire le cose come stanno “I TRENI SONO ROTTI PERCHE’ NON ABBIAMO SOLDI PER LA MANUTENZIONE, STIAMO CERCANDO I FONDI”. Detto questo, avere almeno nelle stazioni metro la presenza fissa dei controllori ai tornelli contribuirebbe ad accrescere un po’ la fiducia. 

Quantomeno l’utenza (e parlo di quelli che pagano biglietti e abbonamenti, gli altri si meritano 1000 di queste atac) si sentirebbe un filo meno presa per i fondelli. 

Perché non è che chiediamo il servizio NCC a casa, si parla di trasporto pubblico. 

Una cosa normalissima ovunque. 

Roma esclusa.

L'intervista della scorsa settimana di "Trasporto pubblico e Social": 5 domande a Michèle Mènard

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