Ridestiamoci da questa cultura di autocompiacente rassegnazione



Se ci rassegniamo nelle piccole cose, le piccole questioni forse hanno più probabilità di risolversi e in ogni caso ci ricordano che i problemi quotidiani non sono sempre legati a politici e grandi manager corrotti e/o incapaci, ma derivano da una diffusa cultura di autocompiacente rassegnazione - Facciamo il caso delle rastrelliere sulla Roma-Lido



Di Matteo



Le grandi vergogne di Atac esaltano la totale impreparazione del management. Ma i piccoli dettagli ci consentono di apprezzare pienamente la labirintica inefficienza che pervade capillarmente l'azienda  a tutti i livelli, dal macchinista che fuma in banchina alla macchinetta dei biglietti che ci parla in inglese maccheronico. 


Ma questa volta vogliamo focalizzarci ancora sugli stalli per le biciclette a Porta San Paolo

In un altro articolo avevamo rilevato la presenza di cartelli con indicazioni irragionevoli (che vieterebbero lo stazionamento notturno delle biciclette) in pieno contrasto con il regolamento (le Condizioni generali di trasporto) e di fatto ampiamente disattese.

Lo stato di abbandono delle rastrelliere è stato segnalato in più occasioni ad atac (al direttore della linea ing. Nicastro e al responsabile settore metro ferro Giraudi) e al comune (al presidente commissione mobilità Stefano e al delegato per la ciclabilità Bellino) abbiamo anche provato il canale telematico di Atac per le segnalazioni e i reclami (su cui occorrerebbe scrivere un altro articolo-provare per credere!) ma niente da fare: per ora tutto tace. 

L'unico impavido a non vergognarsi dei propri pensieri è l'ing Nicastro, che in due occasioni ha affermato con franchezza che i cartelli possono anche essere disattesi e che Atac non può rimuovere le biciclette perché si esporrebbe al rischio di denunce. "Ci vorrebbe forse un cartello che dica che Atac si riserva di rimuovere le biciclette abbandonate", ha proposto qualcuno nella commissione mobilità del Comune tenutasi il 25 gennaio u.s..Sarebbe la proposta di qualunque persona di buon senso ma il cartello non c'è e il risultato è che in assenza di un'azione decisa del Comune - che al momento sonnecchia - le rastrelliere della Roma Lido resteranno una discarica. 

Alcuni obietteranno: ma questo è un episodio di normale cialtroneria, cosa c'è di strano? Ed è qui che l'occhio attento del pendolare vessato coglie il dettaglio inatteso.

La pittoresca e quasi provocatoria scritta "vietato lo stazionamento notturno" è stata apposta sui cartelli con un foglio adesivo atto a coprire una scritta che a tratti in trasparenza ancora può essere letta. "Spazio riservato esclusivamente alle biciclette dei Clienti


In caso [parole non leggibili] la Società si riserva il diritto di rimuovere i veicoli"

Al di là dell'invito rivolto ai pendolari appassionati di enigmistica o di archeologia a decifrare le 4/5 parole illeggibili del cartello, questo fatto mi ha fatto piombare nella nebbiosa terra del dubbio, guidato da pochi, inquietanti interrogativi: 


  • Chi è perché  si è prodigato per far stampare e apporre questi adesivi? 
  • Perché si è voluta cambiare una regola in difformità a quanto indicato sulle Condizioni generali di trasporto (dove è previsto lo stazionamento a termine del servizio)? 
  • Perché, a fronte di tutta questa attenzione quasi maniacale alla corretta declinazione delle regole di gestione degli stalli, nessuno si adopera di fatto per gestirli? 


E in ultimo: ma perché ci sbattiamo su questi dettagli quando i problemi sulla rete dei trasporti sono ben altri?? 

I primi quesiti restano senza risposta, ma per l'ultimo provo a seguire una traccia: (s)battersi per piccole questioni non ci costringe a trascurare le grandi! Le piccole questioni forse hanno più probabilità di risolversi e in ogni caso ci ricordano che i problemi quotidiani non sono sempre legati a politici e grandi manager corrotti e/o incapaci, ma derivano da una diffusa cultura di autocompiacente rassegnazione. 

Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte: diamoci da fare!

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