La chiusura dei tornelli in uscita può combattere l'evasione?

Ha ragione Rota: la lotta all'evasione non si fa con interventi spot o improvvisazione, la si fa con la programmazione: "Bisogna iniziare a recuperare gli introiti, chiudere i tornelli in uscita della metropolitana - Queste iniziative si adottano dopo un percorso condiviso con i dipendenti, con chi si occupa di sicurezza, con i vigili del fuoco. Insomma, nessuna improvvisazione". Questa per esempio è la fermata si Sant'Agnese



Ha ragione Rota: la lotta all'evasione non si fa con interventi spot o improvvisazione, la si fa con la programmazione: "Bisogna iniziare a recuperare gli introiti, chiudere i tornelli in uscita della metropolitana - Queste iniziative si adottano dopo un percorso condiviso con i dipendenti, con chi si occupa di sicurezza, con i vigili del fuoco. Insomma, nessuna improvvisazione". Questa per esempio è la fermata si Sant'Agnese questo pomeriggio.


Il problema è sulle metropolitane, sulle Ferrovie Concesse - basta fare un giro sulla Roma-Lido per esempio, li non ci sono nemmeno le stazioni, figuriamoci lo spazio per i tornelli in uscita - è sugli autobus, ovunque in tutta la città

Da Radio Colonna

Da quando Rota ha vinto la selezione di Atac, arrivando primo, si è messo subito a spulciare le carte dell’azienda. E ha individuato due filoni. «Il primo spiega – è il debito consolidato, che non ho trovato di certo in Atm, a Milano, e che a Roma andrà aggredito per fare respirare la società e migliorare il servizio pubblico. Sto iniziando a studiare i numeri». 

La seconda leva da muovere riguarda l’evasione tariffaria. I portoghesi. Chi non paga il biglietto. «Sì ho letto dell’iniziativa dei nuovi 1.400 controllori sugli autobus, va bene, anche se partirà da settembre e solo due volte a settimana…». L’idea del manager, già tante volte annunciata da queste parti, ma mai messa in piedi riguarda la metropolitana. «Bisogna iniziare a recuperare gli introiti, chiudere i tornelli in uscita della metropolitana potrebbe essere già una soluzione valida, un segnale».

Ma attenzione, e qui c’è il Rota con la forma mentis pragmatica milanese: «Queste iniziative si adottano dopo un percorso condiviso con i dipendenti, con chi si occupa di sicurezza, con i vigili del fuoco. Insomma, nessuna improvvisazione». 

A Milano ha funzionato. E l’evasione tariffaria è scesa in maniera netta. E qui scatta il classico paragone: queste sfide civiche sono replicabili anche nella caotica Roma? «Certo non ritengo che la gente di Milano sia migliore di quella di Roma, o viceversa. E’ solo una questione di programmazione. Non esistono città più o meno educate». 

Marzo 2016 Via Corriere della Sera Tornelli chiusi, evasione dimezzata «In due mesi incassati tre milioni»

E quindi non ci sarà un modello Milano da esportare in via Prenestina? «No, e allora perché non il modello di Lille gestito da Atm così come quello di Copenaghen?». Rota ha firmato un contratto di due anni («Non mi fanno paura i contratti a tempo determinato, a Milano mi sono stati sempre rinnovati») da 140mila euro all’anno, più una parte variabile legata agli obiettivi che dovrà raggiungere. Di quanto? «Queste informazioni le gestisce Atac, ma ovviamente rientra nei parametri previsti dalla legge».

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