Qui gli articoli che riportano le due posizioni:
Inanzitutto è bene ricordare che a Roma già il 20% delle linee di superficie è esercitato dal consorzio privato Roma TPL, che negli scorsi mesi abbiamo imparato a conoscere per le vicende legate agli stipendi degli autisti.
La modalità d’affidamento dei servizi previste dal Regolamento (CE) 1370/2007, che vi invitiamo a leggere almeno nell'art. 5, parla chiaramente di gare d'appalto per l'affidamento dei servizi urbani della durata massima di 10 anni. Sono escluse le ferrovie nazionali, per le quali l'ente pubblico può avvalersi dell'affidamento diretto a soggetti già designati.
In questo senso la Regione Lazio si sta già cautelando, sfruttando le connessioni delle linee Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo alla rete nazionale FS per evitare di "mettere sul mercato" le due infrastrutture considerandole come "ferrovie connesse". Queste connessioni appaiono piuttosto labili, visto che la prima ferrovia dispone di un solo binario che si allaccia a Roma Ostiense mai utilizzato e la seconda è connessa a Fabrica di Roma ad un'altra ferrovia dismessa, la Civitavecchia-Orte.
In sostanza il referendum dei radicali e la controrisposta dell'assessore Meleo sono pure azioni forfettarie: dal 3 dicembre 2019 il trasporto pubblico andrà a gara in qualsiasi caso.
Lo sforzo che si dovrebbe fare in questi ultimi due anni sarebbe quello di mettere Atac in condizione di essere una degna concorrente di fronte ad altri operatori esteri.
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