Storia della Roma-Lido - La Michelina

Incredibile a crederlo oggi, ma la Roma-Lido negli anni trenta dello scorso secolo era un gioiello all’avanguardia per quel periodo storico, tanto che la ferrovia fu teatro di un esperimento francese. Nel 1932 l'automotrice "Michelina", che praticamente era una locomotiva su pneumatici, fu provata sulla linea.

 

La ferrovia che per il tempo era all'avanguardia, sia per il materiale rotabile, che per le soluzioni innovative, per esempio la realizzazione dei marciapiedi a raso (ad altezza treno), realizzati per permettere un veloce incarozzamento dei viaggiatori, venne scelta per le prove di una nuova automotrice a pneumatici francese, ribattezzata in italiano "Michelina" dal nome della società che l'aveva costruita: la Michelin.

Nei primi tre mesi di esercizio sperimentale, la vettura auto motrice Michelin con pneumatici ha compiuto un servizio perfettamente soddisfacente sulla linea Roma San Paolo - Ostia Lido, confermando le sue qualità di velocità (100 km/ora), regolarità e marcia silenziosa.

Durante tale periodo furono compiuti 12.000 km., con un consumo medio di benzina di 22 litri per ogni 100 km. compiuti a carico completo di 24 persone, e senza necessità di alcun ricambio dei pneumatici. Questo nuovo mezzo di trasporto si prospetta quindi come particolarmente indicato per le linee secondarie che hanno bisogno di trasporti frequenti e veloci.”

Così si leggeva sul numero di Novembre 1932 di “Le vie d’Italia”, rivista periodica pubblicata dal Touring Club Italiano dal 1917 al 1968.

Nel mese di agosto del 1932 fu sperimentato sulla linea l'impiego di una motrice su pneumatici con motore Diesel da 3.500 eme di cilindrata progettata dalla Michelin francese e chiamata, per questo la 'Michelina'. da "LA MARAVIGLIOSA INVENZIONE Strade ferrate nel Lazio 1846-1930" p.109

Le Micheline consentivano un confort di marcia maggiore rispetto ai veicoli tradizionali di allora, grazie all'effetto smorzante delle vibrazioni attuato dai pneumatici, ma ciò che ne costituiva il pregio era anche il suo più grave difetto perché era necessario un elevato numero di ruote per sostenere il carico ed inoltre erano soggette allo sgonfiamento degli pneumatici a causa dell'elevatissima pressione esercitata su una superficie ridotta per causa di forza maggiore alla sola porzione di battistrada che poggiava sulla rotaia.

Forse proprio per questo motivo l'esperimento non ebbe un seguito.

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