Vitinia: sciatteria criminale



Noi siamo abituati a pensare ai disagi della Roma-Lido causati dalla mancanza di treni, ma purtroppo c'è di più. A parlare di disagio sono molto di più le stazioni della linea. Loro sono li da sempre. E resteranno li così ancora per molto. Oggi parliamo di come è ridotto quello che rimane di Vitinia


E’ notoriamente importante tenere in forma mente e corpo. Allenare lo spirito anche. Io per esempio ogni giorno, da studente prima e da lavoratore poi, frequento la pluripremiata (vedi il rapporto di Legambiente “Pendolaria 2015”) Linea Roma-Lido.

Ho vissuto il tempo delle “caffettiere”, cioè le motrici meno aerodinamiche che scienziato potesse pensare e i vagoni con le porte a soffietto (nel senso che in prossimità soffiava un vento …), che le Ferrovie Roma-Nord ancora oggi non vogliono proprio mollare.

Oggi i treni della Roma Lido, quando passano, sono migliori (rispetto al medioevo) ma non sono loro a essere il vero specchio della statura morale e della capacità dei vertici dei trasporti.


A parlare secondo me sono molto di più le stazioni della linea. Loro sono li da sempre.

Di stazioni io ne ho frequentate assiduamente solo due: Lido Centro e Vitinia. Le altre le osservo prevalentemente passando e dato che la stazione di Vitinia è quella che ho vissuto di più a cavallo della gloria e della disfatta della Roma-Lido, è su quella che voglio dire un paio di cose.

L’aspetto attuale della stazione di Vitinia è il risultato della ristrutturazione per il Giubileo del 2000. Vista da lontano ha un aspetto moderno con il sovrappasso pedonale tubulare trasparente, le tettoie delle due banchine in metallo bianco bordato di blu … e poi … e poi basta.

Anche questa stazione, come è toccato a quasi tutte le altre della linea, è stata gradualmente disarmata (termine tecnico per non dire “abbandonata”) cioè privata del personale ATAC. La biglietteria è ormai chiusa 7 giorni su 7 per tutto il tempo del servizio. Gli avvisi di ritardo quindi, salvo rari casi e nonostante i gravi disagi che toccano ai pendolari, non ci sono quasi più. A cosa siano dovuti i rari casi non lo so ma di certo la presenza sporadica o l’assenza totale di personale non si può definire servizio. La stazione è abbandonata a se stessa.


Le guardie giurate in teoria ci sono (una o due) ma una delle prime volte che vidi saltare il tornello a diversi utenti andai dalla guardia giurata a chiedere perché non fosse intervenuta e mi spiegò che il loro contratto permette di intervenire solo per tutelare l’edificio da … fotografie (!), che è vietato fare, imbrattamenti (che comunque ci sono numerosi), capocciate di disperazione date dagli utenti alle mattonelle del rivestimento ecc. Ma se uno salta il tornello senza romperlo allora non possono intervenire. La stessa, incredibile, cosa mi è stata confermata da altre guardie in altre stazioni.

Questo fa si che il “salto del tornello”, sport ormai caldeggiato per le olimpiadi come un tempo fu il Curling, sia diventato la prima e più importante forma di allenamento sportivo che la stazione di Vitinia offre, alla faccia dei paganti.

Nulla impedisce a chiunque di entrare senza pagare. Men che meno quei ridicoli tornelli bassi. Quindi giovani o meno giovani si mantengono in forma così.

Sempre in tema di tornelli, attento o utente ai famigerati T2 e T3, cioè il secondo e il terzo tornello da sinistra (e occasionalmente a tutti gli altri) in uscita perché l’usura, la scarsa qualità e la mancanza di manutenzione fanno si che si blocchino praticamente sempre colpendo vigorosamente nelle parti basse il malcapitato utente che, passando ignaro attraverso il diabolico meccanismo senza previamente testarlo, se maschio passa da baritono a soprano in un attimo. Ne ho viste (e rischiate) di scene così. Credo che ATAC sia passibile di denuncia per danni materiali in alcuni casi permanenti.

Anche i tornelli in ingresso ormai non funzionano più bene, col risultato che non sapendolo corri corri e … perdi il treno perché non si aprono.

Esposto il problema alla guardia giurata mi è stato risposto che “si lo so, comunque lo segnaliamo ma … ”. Alla grande.


Parentesi su “perdi il treno”: non si capisce perché, dato che il treno sosta prima e dopo la stazione in mezzo al nulla per tempi spesso molto lunghi, l’unica cosa che non possa fare è riaprire le porte al poveraccio/a che arriva al treno rischiando di spezzarsi una gamba, un secondo dopo la chiusura delle porte. Nemmeno passasse un treno ogni 5 minuti poi.


Pensate che sia finita qui? No. Ci sono le scale mobili: penso di averle viste più volte rotte e sbarrate che funzionanti. A una cert’ora poi, rotte o meno, sono spente. Forse perché alle 19:30 non c’è più manco la guardia giurata? Boh. Fatto sta che se si rompono

così spesso sarebbe utile buttarle al cesso e sostituirle con altre migliori e con un meccanismo di “accendi-spegni” all’occorrenza: risparmio di corrente, di usura e quindi di manutenzione. Invece quando sono accese girano costantemente fino a rompersi. E poi quando la mattina si riavviano … spesso (inspiegabilmente) per ore continuano ad annunciare (le scale mobili stesse), con una odiosa cantilenante voce femminile registrata: “Attenzione avviamento scale mobili – Attention: starting escalator” e così fino a rottura delle medesime e delle scatole degli utenti (costretti all’ascolto a causa dei permanenti ritardi del treno).

Ma il top l’ho riservato per la fine: quando piove (e per giorni a seguire) la stazione fa letteralmente acqua da tutte le parti.

La galleria tubolare trasparente è un colabrodo e il pavimento è ricco di chiazze d’acqua. Quest’estate due ragazzi, sotto un sole cocente reso ardente dal vetro stile serra, grondavano per cambiare la pellicola isolante del vetro del sovrappasso ma mi pare che la cosa oltre a farli sudare non abbia cambiato nulla. Di recente, e nuovamente, infatti c’erano due bei cartelli segnaletici che isolavano una zona stra-bagnata “Attenzione pavimento bagnato”. Grazie lo vedo da me e sappi che se mi rompo l’osso del collo, il tuo stupido cartello non mi impedirà di denunciarti.

Quindi, cosa succede: arrivi in stazione e senti il classico rumore di “treno che sta passando e potrebbe essere l’ultimo” (è un rumore diverso da quello di un treno qualsiasi) e allora ti metti a correre. Eh … si, correre.

La fai facile.

Se non hai le scarpe F1 con la mescola da pioggia sei un pazzo a correre nella stazione di Vitinia quando è piovuto. La mattonelle sono di quelle da esperimento di fisica per l’attrito zero già quando il pavimento è asciutto, ma quando piove è impossibile mantenere l’aderenza quindi non puoi correre e se lo fai rischi di romperti la testa. O rinunci, e il fegato si gonfia, oppure ti porti dei rampini da lanciare in curva sperando che non si aggrappino a un pezzo di ferro arrugginito dalla pioggia.

Ruggine e pioggia che sono presenti anche SOTTO le tettoie che coprono le banchine … tanto che non c’è luogo sotto la copertura che preservi lo smartphone o il libro (o il collo) dal gocciolone di acqua anche più grosso di quello che scende dal cielo dato che quello di Vitinia Station ha avuto il tempo di scorrere sopra le tettoie, unirsi agli amici a formare un bel flusso che poi si infila in uno dei tanti buchi scendendo infine a sottolineare che l’utente della Roma-Lido non può mai stare sereno, sempre all’erta.

A proposito … il selciato esterno prospicente l’uscita della stazione, poco dopo i tornelli T2, T3 e T-Rex, sempre coperto di mattonelle proprietà di ATAC, sembra di quelli a grip intenso e forse lo è pure ma, a sorpresa, ci sono almeno 6 mattonelle, che secondo me ogni giorno posizionano in una parte diversa per confondere l’utente e mantenerlo vispo, che hanno invece attrito zero. Per poco non mi ci ammazzo io stesso che lo so.

Beh … sarà che è stata ristrutturata per i giubileo ma è un miracolo che nessuno si sia rotto ancora l’osso del collo. Arriverà un giorno che qualcuno si farà male in quella stazione e in cui qualcuno dovrà pagare cara questa vera e propria sciatteria criminale.

Adesso l’ho voluta mettere parzialmente sul ridicolo solo perché fa meno male alla mia salute rispetto a scrivere con la rabbia dovuta, ma la stazione di Vitinia è ridotta male e abbandonata. Esteticamente, purché si resti a debita distanza, è anche carina da vedere, ma la carineria in queste condizioni è un “di più” e non è un servizio, è pericolosa e soprattutto nemmeno l’estetica durerà a lungo in una stazione messa così.

Inoltre è uno scandalo che come anche altre stazioni sia un monumento all’evasione obliterativa. Uno scandalo che a me costa 250 euro l’anno a testa per ogni membro della famiglia.

Tutto questo si aggiunge ai numerosi disagi (eufemismo) che hanno reso la Roma Lido il peggior servizio di trasporto pendolari d’Italia.

Poi un giorno parleremo delle tante ore e di scuola perse dagli studenti e del silenzio colpevole dei Presidi (almeno per quel che ne so io) del bacino di Roma-Sud che rappresenterebbero migliaia e migliaia di persone ma che non mi risulta abbiano mai pensato di fare una azione comune e plateale contro ATAC. Loro si limitano ad autorizzare l’ingresso in ritardo (quelli che lo fanno) per gli appestati della Roma-Lido.

Una nota positiva? Un paio di giorni fa ho visto due dipendenti ATAC che sembravano intenti a prendere appunti, appoggiati al T-Rex. Come sempre ho cercato informazioni e mi è stato detto che a partire dalla stazione di C. Colombo e risalendo come salmoni verso Porta San Paolo, le stazioni saranno tutte rimesse in sesto.

I tempi? Boh? I Soldi … boh, ma quelli io glie li do ogni anno e tanti a fronte di un servizio da terzo mondo. Però quello che mi lascia perplesso è che le riparazioni dureranno poco se non cambierà l’approccio: se il personale non sarà rimesso ad animare le stazioni, a impedire l’evasione, a monitorare e tutelare il servizio per cui paghiamo fin troppo.

Di raffaeledstfn per OdisseaQuotidiana




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