Atac ti sfido: più sicurezza


Oggi vi proponiamo non un racconto attuale della situazione dei trasporti romani, ma cosa accadeva in una fredda giornata di febbraio. Preveggenza? Capacità profetiche?
 
No, solo la solita solfa sulla metro di Roma. Ridiciamoci sempre e comunque su!
 
 
Ecco Atac ti sfido!
 
Atac ti sfido: più sicurezza.
È un classico martedì, ho zaino e borsone e a Magliana prendo miracolosamente la metro per Rebibbia. Una volta su mi rendo conto che il viaggio non sará comodo perché come sempre siamo tutti stretti.
Poi penso: resisti fino a Termini. Una volta lì, tento infatti disperatamente di muovermi dalla posizione centrale vicino alla porta che si apre a Policlinico, ma sono incastrato in una testuggine romana come in Asterix ed Obelix.
Quindi rimango lì, ma una volta riempita, la metro si chiude e un brivido percorre la mia schiena: tutta le persone dentro sono rivolte verso di me, verso l’uscita.
Mi preparo quindi, come Noè con l’arca, e mi metto di punta contro i pendolari All Blacks che dopo la Haka sono pronti ad asfaltare chiunque e qualunque cosa pur di uscire.
All’apertura delle porte, con un braccio tengo il sostegno della metro, con l’altro tengo zaino e borsone: fra un palleggio col mio zaino, due calci volanti al borsone e una gomitata in testa riesco a tenere fino a Castro Pretorio.
La metro è pero inspiegabilmente ancora piena e a Policlinico risuccede l’indescrivibile. Ma non è stata la mia Caporetto. Proteggiamo i pendolari incastrati: donate qualche spicciolo per una tuta da artificiere.
 
Racconto dell’11 febbraio 2015
 
Emiliano
 
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