Terremoto in Atac, via 4 dirigenti


E' in Atac da 2 giorni, ma pare che non abbia perso tempo. Il nuovo Direttore Generale - dotato di pieni poteri - ha già cominciato a far cadere le prime teste. E non teste qualsiasi. Purtroppo però io non sono pienamente ottimista, già mi sono scottato, non è infatti la prima volta che faccio un post dal titolo Terremoto in Atac (2015 e 2012 per esempio) e tutte le volte è finita in una bolla di sapone. Speriamo questa volta vada meglio.


Finita la bufera politica, arriva quella manageriale. La cura Marco Rettighieri all'Atac colpisce senza pietà: quattro direttori apicali, quattro supermanager di via Prenestina privati del potere di firma e ridotti a passacarte
E uno dei quattro, il mega direttore delle Risorse Umane, Giuseppe De Paolis, sarebbe stato licenziato nella tarda serata di mercoledì e accompagnato alla porta da due agenti della sicurezza, come se fosse un intruso. 

Addirittura "radio Atac", i bene informati che vivono nel piazzale delle Officine Centrali, raccontano del sequestro di un computer e di una serie di documenti "scottanti", ma anche di un tentativo di De Paoli di rientrare in azienda da una porta secondaria, controllata però a vista. 

Il manager romano che arriva da Milano Expo dopo essere passato per Italferr non fa in tempo ad assumere la carica di Direttore Generale della società romana dei trasporti che riceve dall'Amministratore unico, Armando Brandolese, che cadono le prime teste.
 Sempre direttori ma privati del potere di firma di tutte le decisioni che comportano impegni di spesa, oltre a De Paoli, Emilio Cera, responsabile di Marketing, Sosta e Parcheggi, Giuseppe Noia, direttore della Comunicazione e Franco Middei, Affari Legali, Patrimonio e Acquisti.
Una vera bufera, soprattutto per De Paoli, uomo di fiducia dell'ex assessore Guido Improta e prelevato da Alitalia attraverso una selezione di cacciatori di teste sulla quale si è soffermata la Corte dei Conti e la Procura di Roma, anche per i 200 mila euro l'anno di stipendio. 
Ma sia De Paoli che Emilio Cera sono stati oggetto degli strali del senatore Stefano Esposito, che durante il periodo da assessore "voluttuario" ha chiesto più volte il loro licenziamento in tronco, senza riuscirci.
Chi invece ha preparato la strada all'epurazione è Rettighieri, vero uomo forte, dotato di tutte le deleghe da Brandolese e pronto a rivoltare l'intero management per consegnare al prossimo sindaco un'azienda prima risanata sotto l'aspetto economico finanziario da Danilo Broggi e ora "obbligata a funzionare".
E mentre cadono teste come alla Bastiglia, Rettighieri si fa anche una polizza "salva manager". Secono quanto risulta ad affaritaliani.it, avrebbe ordinato una ricognizione su tutti gli impianti "dell'impero" che vanno a Grottarossa a Tor Vergata, sino ad Acilia per assicurarsi che tutte le leggi sulla sicurezza del lavoro vengano rispettate. Una vera mappatura di officine, depositi e uffici per evitare di rimanere "incastrato" in "disastri" dovuti alla scarsa manutenzione e alla vetustà della maggior parte degli impianti.
E in via Prenestina c'è chi giura che le prime quattro "esecuzioni" siano solo l'inizio di una lunga serie.
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2 Commenti

Paolo ha detto…
Forse la speranza può essere tolta dal cassetto e messa in finestra a vedere se finalmente questa è la volta buona
Anonimo ha detto…
Un azienda di trasporti funziona se trazione (meccanici e ricambi) e movimenti (vetture ed autisti) hanno la priorità su tutto.
Fino ad ora in ATAC la priorità è stata data ad impiegati, manager, segretarie e fotocopiatrici.