Houston abbiamo un problema...


Titolo copiato pari pari da una citazione comparsa sul gruppo "Il Trenino" Mi piaceva il suono delle parole - Ormai vale tutto, chiunque può salire su un autobus (o una metro, vedi la storia di Giulio Agricola o le aggressioni multiple a Lido Centro) e fare ciò che si vuole. Sarà l'alone di impunità che avvolge qualsiasi cosa che si avvicina ad Atac, sarà invece l'aria di Roma, dove all'uomo che frequenta il Campidoglio pare non fregare un cazzo di ciò che accade sugli altri sei colli (almeno nella sostanza delle cose sembrerebbe così), sarà quel che vi piace di più credere, ma la realtà è questa...




Attimi di terrore sul trenino giallo, che collega il centro al versante sud/est della Capitale. Bottiglie spaccate, usate come pericolose armi, pugni, calci e sangue a fiotti, che ha imbrattato corrimani, porte, sedili e pareti del convoglio di Atac SpA. «C’era un uomo», racconta un testimone, «che aveva un taglio profondo all’altezza della vena giugulare, una cosa spaventosa». Sembrava di essere sul set del film-cult I Guerrieri della Notte.

Il tutto è accaduto ieri sera, un sabato qualunque, il calendario ne è pieno. Siamo alla banchina della fermata di Tor Pignattara direzione Roma Laziali, in piazza della Marranella, nel cuore del quartiere simbolo degli scontri, violenti, tra etnie diverse. Intorno alle ore 22 e 10 scoppia una furibonda rissa, che coinvolge 4/5 uomini di nazionalità straniera, forse indiani, sussurra qualcuno. Iniziano a darsele di santa ragione: c’è chi dice che sarebbe spuntato pure un coltello. Sono attimi di puro terrore, specie per gli utenti, impietriti per quanto si stava svolgendo sotto i propri sguardi.

Nel frattempo soggiunge il treno, alla guida Alessandro Neri, il vice-presidente del movimento sindacale Cambia-Menti M410. La zuffa, ormai degenerata, si trasferisce direttamente in vettura. I protagonisti continuano a pestarsi, accecati dall’ira e, quasi certamente, dai fumi dell’alcool. Volano pugni e le bottiglie di birra, usate come armi da attacco. I passeggeri, seppur impauriti, riescono a fuggire, a scappare da quell’inferno, intriso di sangue, e portare in salvo la pelle.

Il macchinista, sentendo il frastuono, esce di corsa dalla cabina. «Quando ho aperto la porta», spiega, «mi sono trovato davanti ad una scena impressionante. C’era sangue ovunque». Prova a sedare gli animi con piglio determinato, roba encomio, nonostante fosse solo contro tutti. «Mi hanno tirato una bottiglia di birra che per fortuna sono riuscito a schivare». Tuttavia, è riuscito, tra le urla, il sangue e gli improperi che gli rivolgevano, a far scendere i balordi dal treno e a chiudere le porte.

«Ãˆ stata un’esperienza drammatica», aggiunge Neri, «in quei momenti concitati, il mio pensiero è andato ai colleghi che hanno subito le aggressioni, ai quali desidero esprimere tutta la mia solidarietà. Quello che è successo è assurdo, non si può continuare a lavorare in queste condizioni. Ho chiamato il responsabile della linea è gli ho chiesto di interloquire con l’Azienda per prendere i dovuti provvedimenti. La nostra ferrovia ricopre un ruolo importante nella mobilità della Casilina, e non può continuare a navigare a vista. Roma Capitale e Atac si devono mettere in testa che ci vuole un presidio, fisso, delle Forze dell’Ordine, qui come nelle zone periferiche della città, raggiunte dagli autobus. Lo pretendiamo, ne vale della sicurezza del personale e dei cittadini».

«Ma insomma», aggiunge Micaela Quintavalle, leader del Movimento, «non è possibile andare a lavorare col terrore. E anche gli utenti, che fuggivano ovunque, non meritano queste realtà assurde. Basta, la misura è colma».

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1 Commenti

Anonimo ha detto…
- prefetto virtuale Pecoraro
FUNZIONI
http://www.prefettura.it/roma/contenuti/45477.htm
[sintesi]
" è autorità provinciale di pubblica sicurezza;
ha la responsabilità dell'ordine e della sicurezza pubblica...
presiede il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e coordina le Forze di Polizia. "