Nuovo bordello #Atac - Dunque l'unica cosa sicura è che la Macrostruttura ha scontentato tutti: Esponenti del PDL ce l'hanno col sindaco e vogliono parlare col Governo (peccato, trovano chiuso) - quelli del PD strappano le tessere di partito che credo servano come i badge aziendali all'Atac, SEL non vuole privatizzare, gli autisti pensano che la nuova dirigenza sia formata da cialtroni, per cui o si migliora perchè scontentando tutti vuol dire che si va della direzione giusta, oppure si entrerà in modalità mai na gioia illimitatamente...
TreninoReport
Dunque l'unica cosa sicura è che questa nuova Macrostruttura è temporanea, come tutti noi su questa terra, e, sopratutto, ha scontentato tutti, per cui è possibile che sia temporaneamente valida.
Nell'ordine: Gli esponenti del PDL (o Forza Italia, come preferite) urlano il loro dissenso, come già riportato nel post di ieri, e vogliono parlare subito con i ministri competenti di quello che sta accadendo, peccato troveranno chiuso, vista la crisi di governo di queste ore, con dimissioni di massa...
Mentre gli esponenti del PD paiono incazzati poichè non hanno ottenuto la loro quota di dirigenti nei posti chiave, infatti come prova di forza 200 dipendenti Atac iscritti al PD hanno restituito la tessera, e anche qui ci sarebbe da riflettere sia sul fatto che dipendenti si incazzino col partito politico per fatti aziendali e sopratutto lo facciano per difendere i dirigenti.
Allora contro chi cazzo stanno scioperando proprio in questi momenti? No, sono io un povero ingenuo, scusate, che la giuria non tenga conto delle frasi appena dette.
Esponenti di SEL avvertono che se questa macrostruttura è l'inizio di un processo di privatizzazione, dovranno fare i conti con loro...
Poi chi manca... ah autisti e macchinisti sono disgustati dalla scarsa competenza del nuovo vertice, che invece viene presentato come "tecnico" e non "politico".
In pratica tutti sono incazzati e solo il Tempo, che è noto essere un gran bastardo, sopratutto se stai ad aspettare un treno che non arriva mai, potrà dirci chi avrà avuto ragione...
RASSEGNATI STAMPA
Rivoluzione Atac, dal vangelo secondo
Ignazio Marino. Via il direttore generale Antonio Cassano e spazio a
Pietro Spirito nuovo “direttore centrale operazioni”. Al suo
fianco, ad avviare il processo di alleggerimento della società dalla
“nuvola” di dirigenti e impiegati, dal primo ottobre arriva
Giuseppe De Paoli, direttamente da Alitalia e senza alcun concorso.
Ecco la nuova macrostruttura di Atac,
già anticipata da Affaritaliani la scorsa
settimana e ufficializzata
venerdì 27 settembre. Nero su bianco c'è scritto chi saranno i
protagonisti e i responsabili di ciò che accadrà in via Prenestina
nei prossimi anni. E se nell'azienda più politicizzata della città ,
in duecento restituiscono la tessera del Pd per protestare contro la
mancata “colonizzazione di sinistra”, il nuovo Ad Danilo Broggi
sembra aver avviato un processo di de-politicizzazione della società .
Via gli “alemanniani” (quasi tutti) e spazio ad un ritorno del
gruppo di ferrovieri voluto da Maurizio Basile, non a caso cacciato
via dall'ex sindaco. Ciò che emerge con grande chiarezza è che il
nuovo management prende le distanze dalla politica, in particolare
dal gruppo del Pd che aveva protestato a gran voce contro la
promozione di Pietro Spirito e la nuova assunzione.
Secondo quanto risulta ad
Affaritaliani.it, il via libera alla nuova riorganizzazione sarebbe
arrivato direttamente dall'assessore Improta che avrebbe avuto il via
libera del sindaco per affermare la linea esclusivamente manageriale.
E così sarebbe nata la nuova “macro” ma con l'obiettivo chiaro
di essere provvisoria e di transizione, verso un nuovo modello di
azienda. Nel progetto complessivo c'è un'Atac con stipendi più
leggeri e meno dirigenti e amministrativi. Per la cura il piano
prevede due anni. La nuova macro è il primo atto.
Ferri corti fra Atac e il sindaco di
Roma. Circa 200 dipendenti iscritti al Pd questa mattina,
rappresentati dal coordinatore Pd dell’atac Ruggero Piccolo, hanno
consegnato in Campidoglio la loro tessera di partito a Ignazio Marino
e al capogruppo del Pd in Campidoglio Francesco D’Ausilio.
Il gesto risponde alla polemica contro
la riorganizzazione della macrostruttura dell’azienda del Trasporto
pubblico locale.
“Questa storia della macrostruttura –
ha detto Piccolo al termine dell’incontro in Campidoglio – altro
non è che il preludio al processo di acquisizione dell’Atac da
parte di un’altra azienda: un’ipotesi che non possiamo
accettare”. Piccolo ha anche fatto sapere che, “il sindaco ci ha
rassicurati che l’Atac resterà pubblica”.
Nonostante ciò, il gruppo di
“dissidenti” è pronto a “riprendere la tessera di partito solo
una volta che questa storia sarà finita”, cioè quando realmente
scomparirà ogni ipotesi di privatizzazione dell’Atac. Nel merito
della privatizzazione delle aziende del Trasporto pubblico locale in
Europa, Piccolo sottolinea come “a Londra, Capitale che ha giÃ
privatizzato l’azienda del Trasporto pubblico locale, il sindaco
vuole fare causa al Governo perchè l’operazione ha comportato solo
enormi costi e un peggioramento del servizio metropolitano.
Da: Il Tempo
Temono privatizzazione Atac: 200
dipendenti riconsegnano tessera Pd Protesta di un gruppo di
dissidenti su un totale di 680 iscritti. Si dichiarano pronti a
sciogliere il circolo Pd aziendale
Circa 200 dipendenti dell'Atac iscritti
al Pd questa mattina, rappresentati dal coordinatore Pd dell'atac
Ruggero Piccolo, hanno consegnato questa mattina in campidoglio la
loro tessera di partito al sindaco Ignazio Marino e al capogruppo del
Pd in Campidoglio Francesco D'Ausilio, in polemica contro la
riorganizzazione della macrostruttura dell'azienda capitolina del
Trasporto pubblico locale. «Questa storia della macrostruttura - ha
detto Piccolo al termine dell'incontro in Campidoglio - altro non è
che il preludio al processo di acquisizione dell'Atac da parte di
un'altra azienda: un'ipotesi che non possiamo accettare». Piccolo ha
anche fatto sapere che, «il sindaco ci ha rassicurati che l'Atac
resterà pubblica». Nonostante ciò, il gruppo di «dissidenti» è
pronto a «riprendere la tessera di partito solo una volta che questa
storia sarà finita», cioè quando realmente scomparirà ogni
ipotesi di privatizzazione dell'Atac. Nel merito della
privatizzazione delle aziende del Trasporto pubblico locale in
Europa, Piccolo sottolinea come «a Londra, Capitale che ha giÃ
privatizzato l'azienda del Trasporto pubblico locale, il sindaco
vuole fare causa al Governo perchè l'operazione ha comportato solo
enormi costi e un peggioramento del servizio metropolitano».
La protesta del gruppo dei «dissidenti»
Pd dell'Atac (200 su un totale di circa 680 iscritti al Pd tra i
dipendenti dell'azienda capitolina del Trasporto pubblico locale) non
si fermerà alla riconsegna delle tessere del partito. «Siamo pronti
a sciogliere il circolo Pd dell'Atac, se non riceveremo
rassicurazioni convincenti contro la privatizzazione dell'azienda»,
minaccia Piccolo. Tra le altre azioni, il gruppo scriverà «una
lettera al segretario del Pd Guglielmo Epifani - aggiunge Piccolo -
per capire qual è la posizione del partito sulla vicenda Atac, dal
momento che il destino di questa azienda ha una rilevanza nazionale
non solo locale». Piccolo ha comunque tenuto a ribadire la sua
«fiducia al sindaco Ignazio Marino, un sindaco in cui crediamo.
Siamo fiduciosi - conclude - che voglia confermare la linea contro la
privatizzazione dell'Atac che era stata alla base della campagna
elettorale e che abbiamo sostenuto con forza». Il timore di una
privatizzazione dell'Atac si sta facendo strada in un parte
consistente del sindacato e del Pd. Il consigliere comunale Pierpaolo
Pedetti ha chiesto che l'assemblea capitolina si esprima con un voto
contro l'ipotesi di privatizzazione dell'azienda di trasporti. E tra
i nomi più ricorrenti per rilevare Atac, come confermano ambienti
del sindacato e alcuni parlamentari Pd, ci sarebbe Busitalia,
l'azienda del Gruppo FS Italiane, già capofila dell'Ati che ha
rilevato una parte consistente dell'azienda di trasporti a Firenze
con il sindaco Matteo Renzi.
Da: AgenParl
ATAC: CESARETTI-PECIOLA
(SEL), NESSUNO PENSI DI FAVORIRE OSCURE OPERAZIONI DI PRIVATIZZAZIONE
Roma, 30 set - “L’attuale
macrostruttura di Atac è distante anni luce da quanto condiviso
all’interno della maggioranza capitolina. Sono state confermate ai
vertici dell’azienda di trasporto pubblico figure che rappresentano
il volto dell’amministrazione Alemanno e che hanno contribuito a
peggiorare le condizioni economiche e finanziarie di Atac. Nessuno
pensi di favorire oscure operazioni di privatizzazione, come è
avvenuto a Firenze e come sta facendo la Regione Umbria. L’obiettivo
dell’amministrazione del centrosinistra deve essere quello di
rilanciare un’azienda strategica per Roma Capitale e garantire la
gestione pubblica del trasporto locale. Siamo convinti che
l’assessore Improta vorrà operare in linea con la maggioranza che
sostiene il Sindaco Marino per il rilancio di Atac come azienda
pubblica”. Lo dichiarano in una nota congiunta Anna Maria Cesaretti
e Gianluca Peciola, consiglieri comunali di Sel
Da: il Velino
“Non vorremmo che il mandato a tempo
dell’assessore Improta, paventato oggi da uno noto quotidiano
romano, si riferisca ad operazioni di difficile condivisione da parte
della maggioranza e dell’Assemblea Capitolina. In questi giorni,
infatti, si fanno sempre più insistenti voci circa ipotesi di
privatizzazione di Atac. Interventi questi che hanno preoccupanti
tratti di somiglianza e continuità con quelli proposti dalla passata
gestione, targati
Alemanno-Basile, e bloccatidal Partito democratico
e dal centrosinistra con dure battaglie d’aula. Su questo ritengo
che l’assessore Improta debba pronunciare parole chiare. Il
trasporto pubblico rappresenta, infatti, un servizio strategico per
la città , e l’obiettivo dell’amministrazione di centrosinistra
deve essere rilanciarlo, tagliando gli sprechi, a partire da alcuni
eccessivi stipendi dei dirigenti, e potenziarlo evitando così il
fallimento. È necessario inoltre tutelare il patrimonio
dell’azienda, attraverso il mantementimento del controllo e la
gestione da parte di Atac Patrimonio e valutando nelle sedi
competenti, la commissione consiliare e l’Assemblea Capitolina,
ipotesi di valorizzazione”. Così in una nota Pierpaolo Pedetti,
consigliere Pd di Roma Capitale.
Da: romatoday.it
Il nuovo organigramma non piace a
sindacati, dipendenti ma sprattutto a diversi esponenti della
maggioranza capitolina. Peciola e Cesaretti (Sel) e Pedetti (Pd)
denunciano troppa continuitÃ
Redazione · 30 settembre 2013Tweet
Ancora polemiche sulla nuova macrostruttura di Atac. Il giro di vite
ai vertici dell'azienda capitolina, partito con l'intento di voltare
pagina, scatena le polemiche di quanti ci vedono un ritorno al
passato. Da un lato le nomine di molti ex manager legati all'ex
amministratore delegato Maurizio Basile, ex ad dell'azienda con
Alemanno. Dall'altro il rischio che si vada in contro a una
privatizzazione. La decisione di tornare a personalità che hanno
lavorato nella municipalizzata con il centrodestra non è piaciuta
per niente a sindacati e dipendenti, ma nemmeno ad alcuni esponenti
della maggioranza in Campidoglio.
Oltre alle polemiche della Filt Cgil
che, contestando la mancanza di risposte alla drammatica situazione
del Tpl romano, ha tuonato “si assiste alla quasi totale riconferma
di quel gruppo dirigente che si è reso protagonista (negativamente)
nella precedente amministrazione”, tornano ad esprimere il proprio
dissenso anche i consiglieri di Sel Gianluca Peciola e Anna Maria
Cesaretti e il democratico Pierpaolo Pedetti.
Al centro delle preoccupazioni il
ritorno di molti 'basiliani'. La nomina più osteggiata anche dallo
stesso Pd e dai sindacati, è quella di Pietro Spirito, nominato
direttore centrale delle operazioni. Seguono Giuseppe Alfonso Cassino
alla Divisione superficie, Antonio Abbate agli Affari Legali,
Vincenzo Saccà alle Relazioni Istituzionali, Vincenzo Pesce ad
Amministrazione e Finanza, Roberto Cinquegrani al Marketing. Fa
discutere anche l'assunzione, senza concorso pubblico, dell'ex
Alitalia Giuseppe Depaoli. Insomma, la linea Broggi non piace. E la
paura è quella che si aprano le porte alla privatizzazione.
“L’attuale macrostruttura di Atac è
distante anni luce da quanto condiviso all’interno della
maggioranza capitolina” commentano Peciola e Cesaretti. “Sono
state confermate ai vertici dell’azienda di trasporto pubblico
figure che rappresentano il volto dell’amministrazione Alemanno e
che hanno contribuito a peggiorare le condizioni economiche e
finanziarie di Atac”. Poi il monito contro la privatizzazone:
“L’obiettivo dell’amministrazione del centrosinistra deve
essere quello di rilanciare un’azienda strategica per Roma Capitale
e garantire la gestione pubblica del trasporto locale. Siamo convinti
che l’assessore Improta vorrà operare in linea con la maggioranza
che sostiene il Sindaco Marino”.
Della stessa linea d'onda anche il
consigliere democratico Pedetti: "Non vorremmo che il mandato a
tempo dell''assessore Improta, paventato oggi da uno noto quotidiano
romano, si riferisca ad operazioni di difficile condivisione da parte
della maggioranza e dell''Assemblea Capitolina” afferma. “In
questi giorni, infatti, si fanno sempre più insistenti voci circa
ipotesi di privatizzazione di Atac. Interventi questi che hanno
preoccupanti tratti di somiglianza e continuità con quelli proposti
dalla passata gestione, targati Alemanno-Basile, e bloccati dal
Partito Democratico e dal centrosinistra con dure battaglie d''aula”
afferma chiedendo chiarezza all'assessore Improta. “E' necessario
inoltre tutelare il patrimonio dell'azienda, attraverso il
mantementimento del controllo e la gestione da parte di Atac
Patrimonio e valutando nelle sedi competenti, la commissione
consiliare e l'Assemblea Capitolina, ipotesi di valorizzazione".
La posizione di Pedetti rispecchia
anche il sentimento di molti lavoratori di Atac iscritti al Pd. In
circa 200 e rappresentati dal coordinatore Ruggero Piccolo sabato
mattina hanno riconsegnato al sindaco Marino e al capogruppo Pd in
Campidoglio Francesco D'Ausilio le proprie tessere di partito.
“Questa storia della macrostruttura altro non è che il preludio al
processo di acquisizione dell’Atac da parte di un’altra azienda:
un’ipotesi che non possiamo accettare” dichiara Piccolo
aggiungendo che il gruppo di dissidenti è pronto a “riprendere la
tessera di partito solo una volta che questa storia sarà finita”.
La questione è stata commentata anche dall'ex assessore
alla Mobilità dell'amministrazione Alemanno, Antonello Aurigemma,
oggi consigliere Pdl alla regione Lazio: “Su quanto sta avvenendo
in questi giorni in Atac abbiamo preso atto dei comunicati di
contrarietà , sia di centrodestra che di centrosinistra, delle sigle
sindacali e addirittura dei militanti del Pd” scrive in una nota.
“Non possiamo far prevalere interessi di parte o
strumentalizzazioni politiche per interessi di bottega, che spesso
sono anche trasversali, a danno del bene comune della città e dei
cittadini di Roma. Per questo motivo mi farò promotore di un
incontro con le forze sane della città , ossia lavoratori, sindacati,
ed esponenti di tutti gli schieramenti politici”.
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