#RassegnatiStampa - Ennesima puntata
della telenovela Atac – Si affaccia lo spettro della
privatizzazione ed inizia il fuoco di sbarramento della politica
romana - Corrono voci che già vedono la metro in mano alle Ferrovie
di Moretti (rabbrividisco al solo pensiero, per informazioni
citofonare Trenord) – Di seguito il circo delle dichiarazioni –
Mi raccomando leggere con cautela e soprattutto non dimenticare…
LAVORIAMO CON TRASPORTO
Da: ilvelino
Atac, Valeriani (Pd): No alla
privatizzazione. Serve impegno per rilancio Tpl
Viaggiatori |
“Serve invece un serio impegno
condiviso da istituzioni, organizzazioni sindacali e lavoratori –
prosegue - con l’obiettivo di promuovere e sostenere un programma
di riorganizzazione ed efficientamento del trasporto pubblico, teso a
garantire ai cittadini il pieno diritto alla mobilità .
“È per
questo che non si può affrontare e risolvere i problemi di un
settore puntando a privatizzarlo – conclude Valeriani - il
trasporto ha una forte valenza sociale che imporrebbe il mantenimento
di un ruolo e una gestione pubblica”.
Da: ferpress.it
Roma: Pedetti (Pd) presenta mozione sul
rilancio e la gestione di Atac
(FERPRESS) – Roma, 2 OTT – È stata
presentata dal consigliere PD Pierpaolo Pedetti, membro della
commissione mobilità di Roma Capitale, la mozione riguardante
indirizzi sul rilancio e la gestione dell’azienda di trasporto
pubblico locale Atac.
Da: www.agenparl.it
Roma, 01 ott - "A Roma il sistema
del trasporto pubblico locale è già aperto
agli operatori privati,
che gestiscono gran parte delle linee bus periferiche per un totale
di diversi milioni di km di servizio ogni anno".
Viaggiatori |
"La sfida
per il risanamento e il rilancio di un settore strategico e
fondamentale per la qualità della vita di milioni di persone non
puo' passare attraverso un processo di privatizzazione delle aziende.
Serve invece un serio impegno condiviso da istituzioni,
organizzazioni sindacali e lavoratori con l'obiettivo di promuovere e
sostenere un programma di riorganizzazione ed efficientamento del
trasporto pubblico per garantire ai cittadini il pieno diritto alla
mobilità ”.
“Non si può affrontare e risolvere i problemi di un
settore puntando a privatizzarlo: il trasporto ha una forte valenza
sociale che imporebbe il mantenimento di un ruolo e una gestione
pubblica". E' quanto dichiara in una nota Massimiliano
Valeriani, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio.
«Il Riassetto Atac deciso dal nuovo ad
che ha voluto intorno a sé tutti nomi vecchi e noti ai più, non
convince.
A cominciare da Pietro Spirito, ora direttore centrale
operazioni, Roberto Cinquegrani al Commerciale e Marketing, alla
Divisione superficie Giuseppe Alfonso Cassino, Antonio Abbate agli
Affari Legali.
E, poi il grande rientro di Vincenzo Saccà (Relazioni
istituzionali), Vincenzo Pesce (Amministrazione e finanza) e Giovan
Battista Nicastro (Metro-ferro). Al Personale, troviamo Giuseppe
Depaoli, ex Alitalia, assunto in Atac senza passare da concorso
pubblico e ciliegina, un piccola promozione anche a Patrizio
Cristofari, genero dell’ad Adalberto Bertucci e seguito anche da
Gianluca Ponzio, conosciuto per i suoi trascorsi. Insomma nei posti
chiave sono tornati quasi tutti gli uomini entrati in azienda ai
tempi del vecchio ad Maurizio Basile, ex capo di gabinetto col
centrodestra. In breve più che una nuova Atac sembra una sorta di
restaurazione.
Alla luce di un quadro così enigmatico rientra
funesto anche lo spettro della privatizzazione». Lo dichiarano, in
una nota congiunta, i consiglieri SEL di Roma Capitale, Gemma Azuni e
Gianluca Peciola.
«Ãˆ chiaro che non staremo a guardare inermi –
prosegue il comunicato – e non permetteremo che l’azienda di
trasporto di Roma Capitale, contrassegnata in questi anni da una
cattiva gestione, venga privatizzata con conseguenze negative per il
servizio, per gli utenti e per i lavoratori.
Mezzi usati |
Dovere di questa amministrazione è quindi quello di
risanare e rendere efficiente l’Atac con tutti i servizi e l’
indotto che vi è intorno, poiché essa è sinonimo di prestigio e
una potenza inesauribile per il futuro della Capitale. È questa la
battaglia che bisogna intraprendere non ne esiste altra! ».
Da: www.agenparl.it
Viaggiatori |
Per questo, per un servizio di trasporto pubblico a misura di cittadino, occorre imprimere un cambio di passo deciso e immediatamente percepibile dall’utenza, cioè dai tanti cittadini romani che lo utilizzano quotidianamente. Il nuovo management aziendale ha questo obiettivo e su questo sarà monitorato e valutato con rigore e severità dall’amministrazione capitolina.
Lo afferma in una nota il capogruppo della Lista Civica Marino, Luca Giansanti.
Da: ilvelino
Atac, Marroni (Pd): no a
privatizzazione “Rilanciare azienda attraverso risorse statali”
“Il Partito democratico è stato ed è
contrario alla privatizzazione di Atac, azienda strategica per il
trasporto romano. Non c’è, infatti, nessuna grande capitale
europea che non preveda un intervento diretto sul trasporto pubblico
locale. Inoltre le ipotesi apparse sui giornali, se vere,
assomigliano troppo ai piani poco chiari già pensati dagli uomini di
Alemanno per depauperare un grande patrimonio della città e sventati
dal centrosinistra. Il Sindaco Marino ha giustamente chiesto un
sostegno alla Capitale d’Italia da parte del Governo Letta, ed in
Parlamento c’è il nostro impegno per salvare Roma dal default e
per garantire tra l’altro il trasferimento delle somme dovute
all’amministrazione capitolina proprio per il trasporto pubblico”.
Così in una nota il deputato Pd Umberto Marroni. “Per questo
chiediamo che il Mef e di conseguenza la Regione Lazio eroghino
subito i fondi per Roma, visto che non sussiste nessun vincolo
legislativo cogente tra i piani sanitari delle regioni e le risorse
per il tpl. Oggi una delle priorità dell’amministrazione
capitolina deve essere quelle di rilanciare Atac, migliorare il
servizio di Tpl per i cittadini romani e salvaguardare i livelli
occupazionali, anche attraverso l’utilizzo delle norme previste dal
Decreto del Fare”.
Da: Cinquegiorni
Atac, lo spettro della privatizzazione
Futuro della società in bilico in
attesa dello sblocco di nuovi fondi
Mezzi |
Che il nemico fosse alle porte lo
avevano paventato i sindacati, in primis la Cgil a maggio, con un
fuoco di sbarramento ben prima che il nuovo AD Broggi da Milano
occupasse la poltrona lasciata libera da Diacetti che a metà del
luglio scorso aveva lasciato mestamente l'incarico con il quale
Alemanno l'aveva miracolato. Lui proveniente da Risorse per Roma,
dopo che il sindaco aveva sfiduciato Tosti nell'estate dello scorso
anno per contrasti sul piano industriale e per una idea di
governance non apprezzata a destra.
Poi la botta è arrivata giorni fa
quando il direttore generale Cassano è stato dimissionato da Broggi
che sta rimaneggiando il management recuperando dirigenti che erano
stati nella manica di un'altro ad. Quel Maurizio Basile, già capo di
gabinetto di Alemanno , succeduto nell'ottobre del 2010 a Bertucci
dopo lo scandalo di parentopoli che gli era costata la poltrona
conto terzi (leggasi Alemanno). Ma è quando il Broggi da Milano fa
fuori Cassano che alti lamenti si levano dalle prefiche del Pd che
accusano Ignazio Marino di essersi mosso con scarsa condivisione e
lamentano il ritorno in Atac di molti dirigenti che furono con
Basile.
Dov'è il rinnovamento? Si chiedono
scandalizzati. Guardandosi bene dal ricordare che la nomina di
Cassano e Tosti avvenne nell'aprile 2011 dopo una lunga trattativa
fra il sindaco e il Pd secondo consolidate logiche consociative.
Una soluzione che tutto il partito, dal suo ex segretario cittadino
Miccoli all'allora capo gruppo Marroni, non esitarono a definire
salvifica per il futuro dell'azienda, sottoponendosi ad un estenuante
ciclo di incontri con i lavoratori. Ma Ignazio, si sa, non è certo
uomo delle decisioni collegiali e aborre il consociativismo. Così a
luglio scorso il duo Marino/Improta spariglia le carte e arriva il
Broggi da Milano che, contrariamente all'assessore, di trasporti non
se ne intende gran che, ma di finanza tanto. A lui la mission
impossible di rimettere in piedi Atac. Che male c'è se recupera
qualche dirigente e forse pezzi del piano industriale di Basile? In
fondo l'ex capo di gabinetto di Alemanno, ma anche vicino a Veltroni
che lo nominò AD di Aeroporti di Roma, aveva le idee chiare. Osò,
ad esempio, proporre l'aumento delle tariffe che poi Tosti attuò.
Mezzi |
Oggi Atac attende una boccata di
ossigeno dai circa 200 milioni della Regione immobilizzati per pagare
il debito sanitario e che solo il Governo può sbloccare. Ma anche
fosse, si sa che non saranno risolutivi per risanare l'azienda. Lo
sanno i sindacati, lo sa la sinistra, lo sanno tutti, ma il solo
evocare qualche forma di privatizzazione fa venire l'orticaria.
Allora tanto vale attendere i tagli di Broggi. Poi magari una pezza
potrebbe mettercela il governo Si (ripetiamo) ma quale?
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