Vergognarsi a volte?

Volevo condividere un post comparso su Facebook, nel gruppo "Il Trenino" autore Street Spirit di cui condivido ogni lettera - Cialtroni all'Atac per la gestione dell'emergenza, ma la reazione di alcuni pendolari (che ho sentito anche personalmente) fa venire il vomito - Cito perchè meglio non lo so dire: "Gli insulti di ieri sono diversi dagli insulti presi per uno sciopero o per un treno rotto" - Riflettere please.





Dopo le sacrosante lamentele, gli insulti, gli inviti ad andare a zappare e quant'altro vi invito a fermarvi un attimo e cercare tra i vostri post una frase di solidarietà su un gesto disperato, a chiedervi perchè sti eventi si intensificano, alla violenza con cui un uomo sceglie di farla finita, vi invito ad un pensiero a chi ha incrociato lo sguardo per una frazione di secondo con quella disperazione e ha raccolto le forze per non svenire, combattere le forze di stomaco e ha trovato la necessaria lucidità per evacuare un treno, spiegare ai viaggiatori in cerca di risposte e allontanare sdegnata altri viaggiatori idioti col telefonino in cerca della foto ricordo del mancato cadavere a pezzi.

Non lo troverete, perchè aldilà della ns presunta incompetenza (la mancanza di informazioni vostra è la nostra in queste situazioni), l'importante per tutti è l'ora persa e l'annesso post di lamentela in tempo reale che va bene per segnalare il disservizio ma che rimane fine a se stesso nella risoluzione d'una situazione di merda nella quale ci troviamo tutti.

Gli insulti di ieri sono diversi dagli insulti presi per uno sciopero o per un treno rotto.

La società che condanniamo è la stessa che noi alimentiamo coi nostri atteggiamenti.

Altre voci in un Tweet

Sentire "nemmeno è morto tacci sua", riferito al tizio che è caduto sui binari, ti fa capire che in Italia siamo messi male... #atac (Savvatore_90)

Nota personale

Spesse volte capita di documentare disagi e disservizi a volte con oggettività, più volte con la soggettività che è data dall'angolazione con cui ogniuno di noi vede le cose.

Una metro rotta può essere descritta in mille modi e non sempre il racconto personale si avvicina all'accadimento reale (mai ai motivi comunque), io non mi ergo a portatore della Verità Unica, ma della mia e di quella di chi ha il piacere di condividere con me la sua personale esperienza. Più si è a documentare l'evento e più oggettiva sarà la descrizione (ma non sempre).

Poi ci sono i casi drammatici come quello della settimana scorsa, oppure di due settimane fa a Circo Massimo (...perchè sti eventi si intensificano...) dove forse il telefono è meglio usarlo per altre cose. Il turismo macabro non è tra i miei hobby preferiti e la vita di una persona, forse, vale un po di più di un'ora di permesso al lavoro...

Sipario

Silenzio

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